martedì 25 febbraio 2014

Favola semplice

c'era una volta una bambina, che passeggiava per la strada tirando calci ad un coccetto di vetro. Lei passava le sue giornate così, camminando per la sua strada e calciando il coccetto di vetro. 

Un giorno, mentre la bambina era distratta a rimirare la sua immagine nello specchio e a compiacersi di quanto fosse la bambina più intelligente di tutto il quartiere, arrivò un altra bimba.
Era una bimba da un quartiere diverso, era una bambina diversa. 
Mentre gironzolava nel nuovo quartiere la bimba nuova notò un impercettibile luccichio sull'asfalto. 
Era il coccetto di vetro, che emanava un impercettibile luce. Nonostante l'erosione dell'asfalto, il tempo passato a prendere calci, aveva ancora una sua particolare luce. 
Allora la nuova bimba lo raccolse, lo portò a casa, lo lavò con tanto sapone, lo asciugò con cura. Lo guardò come forse nessuno mai lo aveva guardato, perché la nuova bambina vedeva in lui tutto il potenziale di cui era capace. Perché non era solo un coccetto di vetro da prendere a calci.
Poi con tanta pazienza lo levigò, creò per lui una piccola incastonatura in un anello e se lo mise al dito.
Senza ostentarlo. Perché le cose belle e vere, non si ostentano, si vivono e si amano. In silenzio. 

Un giorno la bambina del quartiere, si rese conto che il coccetto di vetro non era più li dove lo aveva lasciato, che non  C'era più nessuno da prendere a calci. 
Si guardò intorno e vide un forte luccichio provenire dalla mano della nuova bambina. 

"Ma quello è il mio coccio di vetro!"
Disse la bambina del quartiere infastidita.

"Era tuo?" Chiese la nuova bambina.
"Era buttato per terra tutto sporco, non pensavo qualcuno ci tenesse, perché altrimenti non sarebbe stato li"

"Quello è il mio coccio di vetro! Ridammelo è mio!" 

"Ma io ci ho lavorato tanto, l'ho levigato, l'ho ripulito, ho creato questo anello da quel coccetto. Il
Tuo coccio non esiste più, come possiamo fare?"

"Ridammi il mio ANELLo! Me l'hai rubato! AIUTO! AIUTO! La nuova bambina ha rubato il mio anello!"

Tutto il quartiere ovviamente si mobilitò, come potevano credere alla nuova arrivata? 
Allora la costrinsero a restituire l'anello e venne scacciata dal quartiere. 

"Non sei la benvenuta qui, ladra!" Le urlarono.

E lei allora fece fagotto e se ne andò. 
E rimase li dall'altra parte della strada a guardare la bambina che con la manina sventolava il suo anello.
"Com'è bello! Guardate com'è bello il mio anello! L'ho fatto io! Sono brava vero? Guardate come luccica! È proprio prezioso! Hanno anche tentato di rubarmelo!  "

Nessuno conosceva la verità. 
Nessuno poteva sapere che fino a qualche mese prima quello per lei non era che un coccio di vetro da calciare e impolverare. 

La nuova bambina, la guardava e la compativa. Per un attimo quasi compativa anche se stessa per non aver saputo spiegare la verità in maniera più coraggiosa.
Però, poi si rese conto di una cosa. 
Che tutto sommato, lei sarebbe sempre rimasta quella che ha trasformato un coccio di vetro in un gioiello prezioso, riconoscendo il valore in un coccio di vetro stanco di essere preso a calci.
Mentre l'altra bambina, sarebbe comunque rimasta la patetica bugiarda che calciava quel coccio convinta di averne il diritto. 

La nuova bambina avrebbe sempre avuto la possibilità di creare altri gioielli, perché quello è un dono.

La bambina del quartiere invece, quanto ci avrebbe messo a ritrasformare il gioiello in un vecchio oggetto deformato opaco e usurato? 

C'è chi ha mani, cuore, anima, pelle, capelli, umori, che odorano di acetone da lontano. E l'acetone ossida, si sa. 

C'è chi ha un odore e un sapore unico. E questo la bambina del quartiere, non poteva rubarlo. 



Fine. 

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