mercoledì 26 marzo 2014

COSE CHE A TE MAMMA DEL MULINO BIANCO NON CAPITANO...NO, NO!



1) Le donne incinta non sono tutte belle, come non sono belle tutte quelle non incinta, vale la stessa regola.
(Tralascio tutta la tiritera sulla gravidanza di cui parlerò, forse, e solo se me lo chiederete, in un secondo momento.)

2) I neonati non sono tutti belli, alcuni sono orribili e potrebbe esserlo anche vostro figlio, non conta solo con chi vi accoppiate ma il corredo genetico della famiglia vostra e del vostro inseminatore.

3) La bava fa schifo, l'odore della cacca dei neonati fa schifo, ma a volte fa ridere perchè i neonati cagano e pisciano mentre li state cambiando. Fa ridere sul momento poi vengono i conati a togliersi la felpa imbevuta di cacca lattea.

4;5;6;7; e seguenti....
    Se allatti ti svegli in media 4 volte a notte, hai la casa che sembra Hiroshima perchè allatti, ovviamente, anche di giorno e non hai voglia/tempo di fare le faccende. Hai i capelli che sembri una Rom che chiede l'elemosina al semaforo e preghi l'energia cosmica di infonderti la forza di farti una doccia e di fartela senza che lui/lei si sveglino e comincino a piangere affamati come una truppa al ritorno dal fronte del 15-18. Non dormirai mai più di filato fino a che nn si sará sposato, perchè quando è piccolo ti sveglia anche per dirti che si sta girando, in realtà è per accertarsi che tu non sia scappata a Cuba con un ballerino di salsa mentre dormiva, e, quando avrá l'etá per uscire la notte, ogni ambulanza ti fará venire un infarto. Non cagherai più da solo fino alla sua pubertá, etá in cui tu, per vendicarti di non essere lasciato solo con la sola compagnia della tua puzza, entrerai in bagno mentre è lui che caga e si fa la doccia, e verrai cacciato perchè "mamma si chiama privacy" "ah e come mai vale solo per te e non é mai valsa per me?" Dovrai fare sesso in silenzio o non farlo perchè si sveglia, o perchè è sveglio nella stanza affianco, farai sesso urlando e godendo come vorresti quando la nonna con generositá e compatimento lo prenderá a dormire da lei, "cosí potete fare i fidanzatini", e dopo averlo fatto ti sembrerà sia durato ore e invece sono pasati 10 minuti e ti sentirai affaticata come al traguardo della Maratona di New York, dopo passerai dodici ore a dormire per recuperare la fatica e tutto il sonno degli anni precenti. Ti dovrai svegliare alle 7 anche se a lavoro entri alle 9:30 per almeno 10 o 15 anni per portarlo all'asilo e a scuola alle 8:30. Dovrai cucinare per forza pranzi e cene perchè anche quando tu non hai fame e vorresti solo spegnerti sul divano con le gambe pesanti come quelle di una elefantessa che migra nella savana lui/lei deve mangiare e mica è giusto dargli/le carne Simmenthal. Quando avrai bisogno di silenzio lui suonerá la batteria con le pentole quando è piccolo, o quando è più grande sparerá musica hip hop a palla perchè "dai mà tra poco ci sono i contest". Di contro quando tu vorrai ascoltare a tutto volume l'album di Alanis Morrisette del 1996, che ti ricorda quando eri una giovane cantante di cover, lui ti chiederà di abbassare il volume “che devo studiare, e dai mamma sei imbarazzante quando canti con la spazzola in mano fingendo sia un microfono” “ ah invece tu eri bellino quando con un vero pennarello indelebile hai fatto un murales sul muro della cucina fingendo di essere Basquiat?"
     Dovrai rinunciare a mille cose tue: parrucchiere, estetista, caffè con le amiche, aperitivi, teatro, cinema, (anche la finale di San Remo sarà difficile guardare) per portarlo a feste, sport, gite, scout, o dovrai farle cronometrate mentre lui è a fare le Sue attivitá. Se sei un folle pecorone ti rovinerai anche le domeniche o i sabati per il catechismo e la messa. Dovrai sentire mille poesie cantilenose, insulse e scontate su mamma, papá, Natale, Pasqua, e anche sulla festa degli alberi, le stesse che hai studiato tu 30 anni prima e ti facevamo giá schifo. Ti sorbirai recite in cui canterá le hit buoniste dello Zecchino D'oro, e Azzurro di Celentano non Amy Winehouse o John Legend. Sarai prima banca del latte e poi banca e basta.

MA TUTTO QUESTO VERRÁ RIPAGATO QUANDO, SPENDENDO UN PATRIMONIO LO MANDERAI A STUDIARE ALL'ESTERO, CHE SIA UN ACCADEMIA DI DANZA O CHE SIA UNA UNIVERSITA' "CHE QUI IN ITALIA MEGLIO DI NO PER TANTI BUONI MOTIVI" E LUI TI CHIAMERÁ ALLE 4 DI NOTTE, CHE CHI SE NE FOTTE DEL FUSO ORARIO MAMMA RISPONDE SEMPRE, PER CHIEDERTI COME SI CUCINANO LE PATATE BOLLITE "CON L'ACQUA FREDDA O LE METTO QUANDO L'ACQUA BOLLE?" O PER DIRTI CHE HA PRESO 30 ALL'ESAME PIÙ DIFFICILE, O CHE HA VINTO UN CONTEST INTERNAZIONALE DI DANZE DI STRADA. TUTTO VERRÁ AMMORTIZZATO E NE SORRIDERAI QUANDO TROVERÁ UNA COMPAGNA O UN COMPAGNO E LO VEDRAI FELICE LIBRARSI NELL'AERE CHE PROFUMA D'AMORE VERO E SE L'AMORE VERO FINIRA' LO ABBRACCERAI FORTE FORTE E GLI DIRAI CHE SI VALE ANCHE E DI PIU' SE SI STA STARE SOLI, E CHE L'AMORE VERO ARRIVERA' DI NUOVO E NON E' VERO CHE E' SEMPRE PER SEMPRE. SUPERARAI LE FATICHE QUANDO VERRÁ DA TE PERCHÉ É NATO IL PRIMO NIPOTINO E TUO FIGLIO/A SUBIRÁ A SUA VOLTA LO STESSO TRATTAMENTO E TI RINGRAZIERÁ DI AVER MANGIATO IL PANE MASTICATO CHE TI CONSEGNA MENTRE STAI GUIDANDO E NON SAI DOVE ALTRO METTERLO SE NON IN BOCCA, INGOIANDO IL SUO BOLO E RISCHIANDO DI VOMITARE ALLA PRIMA CURVA, SALVANDO LA MACCHINA DA MUSCHI E LICHENI. ARRIVERA' UN MOMENTO IN CUI TI RINGRAZIERÁ PERCHÈ CAPIRÁ DAVVERO CHE ESSERE MADRI E PADRI È UNA MERAVIGLIOSA TORTURA CHE SUBISCI CON STOICA GIOIA DOMANDANDOTI QUANDO IL MASOCHISMO È STATO INSTILLATO IN TE E DA CHI.....FORSE TI HANNO RAPITO GLI ALIENI.

martedì 25 marzo 2014

La tecnologia ci rincoglionisce.



Avete presente quelle persone che quando ci parli ad un certo punto prendono l’iphone, guardano le notifiche su facebook, aggiornano instagram, aggiornano instagram, guardano le notifiche di Twitter e aggiornano instagram?
Ecco quello sono io.
Sono io e non lo sopporto.
Il mio è un atteggiamento da vero pezzo di merda diciamolo chiaramente.
Quando stai con una persona, si presuppone che tu desideri stare con lei, che tu abbia voglia di sapere come è andato l’appuntamento con il ragazzo conosciuto all’aeroporto o come cucina le patate al forno.
Eppure molte volte quel cazzo di iPhone viene nelle mie mani, si sblocca lo schermo, apre l’app facebook e mi fa vedere le notizie in bacheca. 

Fossero almeno interessanti. 

Invece sono sempre le solite seghe di quanto vi siete divertite in disco sabato, foto con il bicchiere di ghiaccio e cannuccia che tornate a casa ubriachi e non vi rendete conto che il mal di pancia non è l’alcool ma è il ghiaccio che vi ha congelato le palle.

Mi citate libri che: quando lo avete letto veramente non sapete estrapolare il giusto sunto e pubblicate frasi senza senso sapendo che l’amica che commenterà “bellissimo” la troverete sempre; Quando lo condividete dalla pagina aforismiperrincoglioniti.com mettete frasi di Giancarlo Magalli e le attribuite a Bukowski maledette voi a quando non avete cominciato a leggere in massa gli Harmony che adesso quando mi chiedono se conosco il vecchio ubriacone Charles devo rinnegarlo come Giovanni con Cristo.
Il lunedi mi dite quanto è merdoso il lunedi.
Hovistoleienescandalosovergogna.
Il vaccino fa diventare autistici; le torri gemelle le ha buttate giù Bush; Salvate questo povero pazzo cane; la make-up artist ha fatto il suo nuovo trucco per uscire giovedì sera; 

E io son sempre li a leggervi come un pirla.

 Mesi fa avevo fatto un po di downshifting per allontanarmi dai social, e staccarmi dall’iphone, dall’iPad, dal Mac, dal fax, dalla stampante e dalla fotocopiatrice. 
Per farlo avevo bisogno dei miei amici.
Avevo chiesto che mi togliessero di mano il cellulare quando stavo con loro, di frequentare locali dove la musica avesse volumi normali e che ci raccontassimo le nostre vite nonostante ci conoscessimo già.
Avevo cancellato il mio profilo facebook, cancellato tutte le app, ripreso a scrivere i miei pensieri in un taccuino. Avevo riordinato la mia scrivania buttando tutte le cose che potessero distrarmi, usavo il pc solo a lavoro e toglievo la suoneria all’ora di pranzo e cena.
Era andata benissimo.
Oggi sono quasi al punto di partenza. Devo reinventarmi qualcosa.

giovedì 20 marzo 2014

Elena

E poi ci sono quei momenti in cui pensi che sarebbe stato meglio se tua madre, quella volta che cadde dalle scale, quando era incinta di te, ti avesse perso.

domenica 16 marzo 2014

True Detective

Ok. Ho finito or ora di vedere tutto d'un fiato True Detective. 8 episodi da un ora ciascuno. 
Come sempre il mio approccio alle serie eccessivamente osannate è un po distaccato, anche se devo ammettere che dopo Breaking Bad e e a suo tempo LOST, ho abbandonato ogni remora sul seguire i vostri consigli. C'è anche da dire che personalmente la Hbo non mi ha mai delusa (sarò fedele nei secoli dei secoli per Tales From the Crypt) 

Era da tanto che non vedevo una serie tanto ben fatta nella sua semplicità  e sopratutto tanto realistica, oltre che emotivamente coinvolgente. 
Era da tanto anche che non vedevo una serie che mi ricordasse come tempi,come sensazioni, come fiato sospeso, Twin Peaks. 
Quei dialoghi che devi seguire per filo e per segno per poter capire a pieno ogni passo avanti sulle indagini. Perché il racconto è a più voci, più sfumature, devi seguire ogni virgola. Personaggi ben definiti, tutto crudo nel modo giusto. Niente aggiunte solo per allungare il brodo. In questa serie fanno ben poco per farti affezionare a tutti i costi ai protagonisti, anzi, in alcuni momenti li prenderesti a calci in culo. Trama per nulla scontata ne banale. E fino all'ultimo fai molta fatica a capire cosa celano davvero Rust e Marty. E se celano qualcosa. E sopratutto a inquadrare il loro rapporto. 
L'accoppiata Harelson e McConaughey  è a dir poco perfetta. Anche i silenzi sono studiati nel modo giusto. 
Mi mancava un Serial poliziesco che non fosse cucito addosso a patinatissime poliziotte e impettiti detective. Qui sono brutti sporchi e cattivi nel modo giusto. E con millemila contraddizioni e debolezze  che li rendono convincenti. Tutta la serie è dannatamente convincente.  A tratti angosciante.  
Sento affinità infinita con Rust e il suo quadernone di pelle. 

Ho amato moltissimo anche la colonna sonora che ci evita marchette strappalacrime ma invece ci regala poche perle e poco conosciute 
Se vi piacciono le serie velocissime lasciate stare perché sono 8 ore intense quanto lente. Si prende tutto il suo tempo. 
Questa è sicuramente una serie che verrà devastata dal doppiaggio italiano. Quindi è vitale guardarla in lingua originale. Ne vale la pena solo per il vero accento Texano di McConaughey e per "la patata in bocca" cit. di Harrelson. Quelle sfumature che non riuscireste a cogliere con il nostro passaggio televisivo in prima serata. 

Per evitarmi spoiler non mi sono documentata prima di finirla,ma mi hanno detto che sarà una serie antologica un po come American Horror Story e che la prossima coppia potrebbe essere formata da 2 donne detective. Considerando il gusto eccelso nella formazione del cast della prima serie, mi aspetto riescano a superarsi. 

Ps Vi verrà una voglia incredibile di possedere una Big Hug Mug Sapevatelo. 

Quindi "COMPRATELA ORA"  e fiondatevi alla puntata 5! 


martedì 11 marzo 2014

Cose perse e cose trovate



Sono passati 14 mesi da quando ho trovato.
Sono passati quasi due mesi da quando ho perduto. 

Forte la voglia di fare un bilancio, forte la voglia di ricomporre tutte la idee e i pensieri. 


Ho trovato una me stessa nuova. ho trovato un essere umano un po più donna e meno ragazza. Ho trovato i pensieri TANTI pensieri. Ho trovato una vaga serietà che non sapevo di avere. Ho trovato la tristezza, quella forte fortissima che non sapevo nemmeno esistesse. Ho trovato lacrime, tantissime lacrime e ho trovato il vero significato di "il mio cuore ha fatto crack".
Ho trovato la rabbia. Ho trovato il rancore. Ho trovato la sensazione di smarrimento fisico e mentale. Ho trovato la paura e ho trovato la sensazione di essere ad un punto di non ritorno. Ho trovato il non aver più nessuna ragione per vivere. Ho trovato parole durissime. Ho trovato ogni modo per essere ferita. Ho trovato le parole di circostanza. Ho trovato dei muri. Ho trovato la delusione in due occhi che ti guardano fissa. Ho trovato quello squarcio in un petto che se ti guardi allo specchio è uguale al tuo. Ho trovato quei due occhi che gli si legge in faccia quando pensano a te.  Ho trovato quella testa che fa di tutto per non pensare a te perché gli si legge in faccia. Ho trovato la bugie. Ho trovato infamie. Ho trovato l'ipocrisia. Ho trovato santi e martiri. Ho trovato qualcuno che si è spento. Ho trovato il sacrificio. Ho trovato la codardia. 

Ho trovato passione. Ho trovato mani. Ho trovato un corpo. Ho trovato lividi. Ho trovato baci. Ho trovato risate. Ho trovato carezze. Ho trovato respiro. Ho trovato l'assenza di respiro. Ho trovato condivisione. Ho trovato pace. Ho trovato e perso più volte la ragione. 

Ho perso il sonno. Ho perso fiducia. Ho perso l'entusiasmo. Ho perso l'olfatto. Ho perso il gusto. Ho perso l'udito e il tatto. Ho perso il gusto di guardare un film per intero. Ho perso la voglia di trollare un vegano. Ho perso la voglia di aprirmi. Ho perso la voglia di fare l'amore. Ho perso la voglia di essere annusata. Ho perso la voglia di farmi carina. Ho perso il desiderio. Ho perso la voglia di leggere. Ho perso l'unica cosa che per me contasse davvero. 

Ho perso me stessa e ne è valsa tutto sommato la pena. Ho ricercato me stessa giurando che mai più avrei permesso a nessuno di tranciare i fili di ciò che ero. Ho ritrovato me stessa, da sola in un angolo buio, impaurita, devastata e stremata. Ho allungato la mano verso quella me tanto diversa, l'ho aiutata a rialzarsi, le ho tolto il fango di dosso. Ed eccola qui. Come sempre è stata. Forse un po acciaccata, un po affamata, un po più sulla difensiva ma sempre Idiota fino al midollo, curiosa e maledettamente stronza.

...E ci si perde solo per ritrovarsi zoppi ma sani e salvi. Per ritrovare tutto ciò che ho perso di riflesso, avrò tempo. 

Ho perso momentaneamente il mio boomerang, che sai quando parte, ma che solo con pazienza vedrai tornare. Perché il suo viaggio è un andata e un ritorno e ha bisogno del suo tempo. Quando tornerà, dovrai solo essere pronta ad allungare la mano. 

lunedì 10 marzo 2014

Citazioni


"Essere in Hit parade oggi significa aver venduto quattro dischi"

Angelo Branduardi

giovedì 6 marzo 2014

Oggi è 5 Marzo, ormai. Un giorno come un altro, per me. Una nottata come tante. L'ennesima notte che ci tiene lontani.
Così uniti, fin da sempre e così distanti. Sono le due e quattordici e mi ritrovo a fare un piccolo resoconto della mia persona, dei passi che ho fatto in vent'anni di vita. 

Troppo spesso ho avuto bisogno di sentirmi dire che qualcuno era orgogliosi di me, che stavo percorrendo la strada giusta, che avevo l'appoggio necessario, che sì, era tutto ok.
Ho sempre cercato di dimostrare che ero all'altezza delle situazioni, che avevo calcolato anche il fattore x, con annesse soluzioni da applicare.
Mi son sforzata tanto, facendo cose che non avrei mai voluto fare. Il primo ostacolo è stato l'orgoglio. Aprire il mio cuore e farti guardare lì dentro. Farti scoprire l'abisso di amore per te. Ovviamente non ho sempre agito nel modo giusto, ma a volte si fanno delle cose sbagliate per dei motivi giusti.
La paura costante del giudizio mi ha rincorso come un agente di Equitalia. Per questo ho indossato maschere, nascondendo a lungo la mia essenza. Mostrando unicamente la mia goliardica superficialità, lasciando affiorare solo ogni tanto quel che sono. Confondendo anche chi mi stava attorno.
Ma anche i migliori attori balbettano, capita che dimentichino le battute, inciampino in scena o non abbiano semplicemente voglia di recitare una parte che ormai è troppo stretta. Perciò mi son licenziata.


Di te mi è rimasto tanto. Ricordi indelebili, forti, scolpiti dentro. Come buchi in un muro. Un po' come quando vuoi appendere, a tutti i costi un quadro, ma il chiodo si ribella. Così sei costretto a fare altri buchi lì vicino.
Buchi che ho sempre cercato di stuccare, senza accorgermi che, alla fine, si notavano di più. Perciò sì, un muro è bello anche con buchi e crepe. Ti voglio bene anche se mi hai "crepato" il cuore.
Topis.

IL PRIMO POST -

Iniziare un nuovo blog è come scrivere la prima pagina di un quaderno. Paura di scrivere qualcosa di sbagliato, di essere disordinati e voglia di strappare la pagina subito dopo aver fatto un errore, per non sporcare il foglio con la scolorina.
Intanto cercavo di andare a ritroso con la mente, pensando a ciò che ha causato in me i problemi che mi trovo a dover affrontare oggi. Ma è una serie di sfortunati eventi concatenati. Son riuscita, con fatica, a risalire al problema iniziale e non riguarda me direttamente, ma un uomo. Mi aveva promesso amore e fedeltà, poi si è rivelato un grande ciarlatano. La sua assenza è una presenza costante nella mia vita, da Maggio 2013 ormai. Immaginando il suo viso e il suo gesticolare mi sento come oppressa, come se avessi un peso sul petto, un macigno, per essere chiara. Non ricordo più la sua voce e questo mi lascia sbigottita, attonita, sofferente.
Tutti dicono che il tempo cura tutte le ferite, ma non è vero. Chi lo dice è un gran coglione. Lui è la mia più grande ferita. L'arto che ho perso. E nonostante sia rimasta invalida, sento ancora la presenza di quell'arto che non c'è più. Un fantasma. Un arto fantasma. Dover fare ogni giorno i conti con lo specchio non è facile, affatto. Dover affrontare la realtà, quella realtà così amara che mi ha resa disabile, è doloroso.
Ora cosa mi è rimasto? Le sue parole, le sue vecchie e-mail ed i ricordi intrappolati nelle canzoni, nelle fotografie e nei video. Ogni tanto, lo confesso, entro su Whatsapp e guardo se è connesso. Leggo i suoi stati e controllo se aggiorna la foto profilo, sperando ne metta una recente, per vedere come è diventato. Allora sorge spontaneo un quesito.. E' tutto qui quello che mi rimane di una persona che amo, quando mi abbandona? 
Mi rimane un passato di frasi che ho scritto o detto ad altre persone, quando in realtà le avrei volute dire a lui. 
Mi rimane un atteggiamento di sfiducia da spiegare a chi ha bisogno di capirmi, a chi vuole davvero capirmi. 
Mi rimane un "Ti voglio bene" in gola, che forma un nodo, come i boli di pelo dei miei gatti. 
Mi rimane una sensazione di disgusto e la bassa autostima che ho, perché forse avrei potuto fare qualcosa per cambiare la situazione. 
Mi rimane una sfilza di se, ma, forse sullo stomaco, come quando mangi troppo durante le feste e non riesci a digerire. 
Mi rimane la nostra canzone che ascolto controvoglia, solo se obbligata dalle circostanze.

Ma ciò che mi rimane dentro più di tutto è il suo sangue. Che scorre dentro me rendendomi viva. Che paradosso. L'uomo che mi ha colpito e affondato, l'uomo che mi ha ucciso, prima mi ha dato la vita. Poi me ne ha tolto una parte, invalidandomi. E non contento di ciò, resta dentro me. Per sempre. 
Non ricordo più l'ultima volta che ti ho chiamato come fanno tutti i figli. Non ricordo i tuoi abbracci. Ah si, certo. Non mi hai mai abbracciato, se non costretto dalle mie insistenti richieste di contatto fisico. 
L'unica conclusione alla quale sono arrivata è che so che non voglio essere come te. Anche se tu sei dentro me al 50%, io non sono te. Io sono io. E non voglio mai diventare come te, per nessuna ragione al mondo, papà.
(
http://meltingweakheart.blogspot.it/)

mercoledì 5 marzo 2014

Consigli non richiesti



Sabato sera si discuteva tra Amici in modo molto superficiale del destino dei laureati e del mondo del lavoro al giorno d’oggi.
Io come sempre durante queste discussioni importanti, ma fatte in seguito a qualche birra, qualche mirto e qualche bicchiere di vernaccia non ho esitato a dire il mio parere condito con benevole provocazioni e citando statistiche fatte da me, con un campione tutt’altro che significativo di si e no due persone.
Qualcosa da queste frivole chiacchere l’ho imparata non posso negarlo, ma non è di questo che volevo parlare.
Voglio raccontarvi la storia di un discorso, ingiustamente attribuito a Vonnegut, per una immaginaria cerimonia di laurea del 1997.
Il discorso in realtà è stato scritto da Mary Theresa Schmich, giornalista di 43 anni e pubblicato sul suo giornale, il Chicago Tribune.  Una colonna piena di consigli rivolti ai laureandi e ai giovani.
Il titolo potrebbe essere tradotto come “consigli ai giovani, probabili parole al vento”. 
Il primo consiglio è: “Ladies and gentlemen of the class of ’97: Wear sunscreen”, “mettete sempre la protezione solare, se potessi darvi un consiglio solo per il futuro sarebbe questo, i benefici a lungo termine della protezione solare sono stati dimostrati da studi scientifici, mentre quello che segue non ha alcuna base affidabile, fatta salva la mia tortuosa esperienza personale”.
Il secondo consiglio è “Enjoy the power and beauty of your youth”, “godetevi il potere e la bellezza della giovinezza, lo capirete più avanti, quando tra vent’anni riguardando le vostre vecchie foto vi accorgerete di che aspetto magnifico avevate e che non eravate affatto grassi”. 
Il terzo consiglio è: “non preoccupatevi del futuro, oppure preoccupatevi, ma rendendovi conto che preoccuparsi ha la stessa efficacia di tentare di risolvere un’equazione algebrica con una gomma da masticare. I veri problemi sono cose che non ti sono mai passati per la mente e ti coglieranno di sorpresa alle 4:00 di un pigro martedì”. 
Seguono:
“non giocate con i sentimenti altrui; non tollerate che gli altri giochino coi vostri sentimenti”;
“usate il filo interdentale”;
“Non perdere tempo con l'invidia.  A volte sei in testa. A volte resti indietro. La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso”;  
“Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti. Se ci riesci veramente, dimmi come si fa.”
“non vergognatevi se non sapete cosa fare della vostra vita, le persone più interessanti che conosco a 22 anni non sapevano cosa fare della loro vita, alcuni non lo sapevano a 40 anni”;
“fate esercizi di stretching”;
“Forse ti sposerai o forse no. Forse avrai figli o forse no. Forse divorzierai a quarant’anni. Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio. Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche. Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro.”
“Goditi il tuo corpo. Usalo in tutti i modi che puoi. Senza paura e senza temere quel che pensa la gente. E’ il più grande strumento che potrai mai avere.”
“Accetta alcune inalienabili verità: i prezzi aumenteranno. I politici saranno donnaioli. Anche tu diventerai vecchio. E quando lo diventerai, fantasticherai che quando eri giovane, i prezzi erano ragionevoli, i politici onesti e i bambini rispettavano gli anziani.”
“Rispetta gli anziani.”

Li vorrei scrivere tutti perché son bellissimi. Se li volete leggere potete trovare il testo intero qui
Conclude l’articolo dicendo:  “Sii cauto nell’accettare consigli, ma sii paziente con chi li dispensa. I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga. Ma fidati di me sulla crema solare.”