domenica 23 febbraio 2014

Che succede quando ti danno le chiavi di accesso di un blog?

Che succede quando ti danno le chiavi di accesso di un blog? Così, ti dicono, chi vuole partecipare gliele do, scrivetemi in pvt. E’ una cosa random, gente che manco sa di scrivere sullo stesso blog. E tu gliele dai. Perché leggi da una vita, quando parli, oh, sembri sempre così dannatamente interessante e la gente ti ascolta (per lo più ragazze con aria svagata e e sperduta e ragazzi con vocabolario entro i 200 lemmi) e ti fa, puntuale, la stramaledetta domanda senza risposta della tua vita: “PERCHE’ NON SCRIVI QUALCOSA?”. E tu che ci pensi, ormai da anni “perché non scrivo qualcosa che non sia roba di lavoro (tutte cose a lunga conservazione che nulla hanno di genuino) o gli orari di treni e aerei quando pianifico un viaggio?”. “Perché non ho nulla da scrivere”, dici, con sorrisetto di superiorità, dimostrando che sei tanto avanti da apprezzare i tuoi limiti, ammiccando all’interlocutore che non ha capito, a differenza di TE, che la scrittura è un’arte, mica si improvvisa così, e leggere tanto non sempre deve tradursi in scrivere tanto, e se anche fosse devi avere un contenuto, la forma mica basta. Ma rosichi. Altrimenti mica le avresti accettate le chiavi di accesso del blog, no? Perché dovunque giri nella rete è pieno, ma che dico “pieno”? TRABOCCA di blog dove un sacco di gente scrive, scrive e scrive, madonna santa, ma dove lo trovano tutto ‘sto tempo? Parlano di tutto, da come organizzare le valige andando in vacanza coi bambini (ah beh, eccolo lì, io figli non ne ho, che potrei scrivere?), alle recensioni di libri (si, vabbè quelle già le scrivo altrove), dai trucchi informatici (e chi ci capisce qualcosa? Già ho fatto casino entrando qui) ai trucchi per donna (argomento per me ignoto). Vedi? Non è roba per me. Ecco perché non ho idee. Ma ci sono i blogger, femmine in maggioranza, lo ammetto, davanti ai quali le mie certezze crollano. Sono quelli, anzi, quellE che riescono a produrre sbrodolature di 5000-6000 caratteri sul NULLA. Una cosa atroce. Non che non parlino di nulla, intendiamoci, hanno tutto un loro metodo che consiste nell’affrontare un argomento di cui il lettore è all’oscuro lambendolo solo nelle sue estremità più acuminate, facendo intuire ma senza fare davvero capire, infarcendolo di figure retoriche al limite della fisica terrestre. Tipo quelle che ti dicono che la loro vita ha la fragranza di una nuvola o cose così che non significano assolutamente nulla, ma sul momento, ubriacato dalle parole rigide e ordinate come soldatini in fila, allineate da un labor limae degno di Baricco, ti fanno pensare “Diobon se questa la penna la sa usare! A me sarebbe mica passato per la testa!”. Ma le migliori sono quelle che prendono una similitudine o una metafora all’inizio e te la applicano per tutto il resto del testo… che so, un biscotto pucciato nel caffelatte. E quel biscotto prima diventa un figlio, poi diventa il tempo che si consuma, il caffelatte è la Terra, il mare, l’anima…… E tu che pensi che forse dovresti smetterla la mattina di trangugiare in fretta un caffè direttamente della cuccuma  perché se facessi una colazione ingraziadidio magari ti verrebbero spunti per scrivere!  Ecco, lì mi viene una cosa che non provo quasi mai… L’INVIDIA.  Perché in tanti hanno tanto da scrivere e io no? Cosa sbaglio? Dove lo sbaglio? E ora che sono qui in questo stramaledetto blog cosa diavolo scrivo? Vedo lo spazio bianco del post che quasi mi pare lampeggiare in attesa di un segnale di vita da parte mia che non arriva…. E mo’? Se non scrivo nulla se ne accorgeranno prima o poi. Ma se non ho idee per scrivere che faccio? Scrivo sul fatto che non ho nulla da scrivere? Una bella sbrodolatura sui 3000 caratteri sulla mia mancanza di idee? Che dite…. Ce la posso fare?

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