lunedì 24 febbraio 2014

Cioccolato e Malasanità

Domanda. 
Pensavo una cosa.
Capita di passare la propria vita senza provare alcune cose, conoscere alcune sfumature, gustare un determinato sapore. 
Capita però ogni tanto inaspettatamente di fare un esperienza nuova.
Assaggiare il cioccolato per esempio. 
Il primo morso lo date cauti e timorosi, mi piacerà? Non mi piacerà? Mi farà male? Che sapore avrà? 
Morso dopo morso iniziate a farci la bocca e iniziate a conoscere le sfumature del cioccolato, un giorno con la granella di nocciole, un giorno bianco, un giorno fondente, un giorno al latte..."cavolo com'è poliedrico questo cioccolato, ogni giorno mi stupisce e mi conquista con tutto ciò che ha da offrirmi" pensate. 
E così passano i giorni e voi ogni giorno lo passate con le dita sporche di cioccolato e le labbra sempre dolci e cioccolatose. 

Finché un giorno, il vostro medico, controlla le vostre analisi e vi dice che state male. Che i vostri esami sono totalmente sballati. Che tutto quel cioccolato vi ha fatto male, che la causa di tutti i vostri guai e i vostri malesseri era il cioccolato. 

Ed è il vostro medico a dirlo, come potete non crederci? Lui lo sa, è competente, è il suo lavoro. 
Quello che non sapete però, è che la laurea il vostro medico la prese in Bangladesh e che più che capre e maiali in realtà non sarebbe in grado di curare. E che non saprebbe riconoscer una glicemia alta da un colesterolo normale. 
Ma questo voi non lo sapete. E allora dare retta al medico, tornate a casa e buttate tutte le vostre tavolette di cioccolata. Non ne volete vedere nemmeno una in giro. Deve sparire tutto. Il cioccolato non esiste. 
In fondo, vi dice il medico, avete passato la vita senza il cioccolato, basterà riprendere le vecchie abitudini no? Che ci vuole? 

Però ogni tanto, quando non c'è il dottore nei paraggi, quando nessuno può leggere il vostro sguardo o nei vostri pensieri, ripensate al cioccolato e al suo sapore? A quanto sgranocchiarlo vi fosse di conforto e vi riempisse l'anima? E magari un po lo pensate, cavolo, però quando mangiavo il cioccolato, io non stavo male. Questa Brutta sensazione è nata dopo che il medico mi ha strappato dalla mani le analisi e le ha lette. Però, il mio medico mi vuole bene, il mio medico è competente, non mi toglierebbe mai il cioccolato pur sapendo di ferirmi. Che motivo avrebbe? Pensate. 

La domanda è questa, se sappiamo per certo che con molta forza di volontà e con la paura nel cuore, si può smettere di mangiare il cioccolato, si può smettere però di pensarci? Di desiderarlo? Di ricordarne il sapore? 

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